Dovresti essere contenta, no? E ringraziare la signora trasparente con i capelli azzurri e un anello azzurro al dito che ha operato il prodigio. E invece?
Invece scuoti la testa e: «No» mormori, «no…».
La signora non capisce, dice che finalmente ti temeranno e smetteranno di farti soffrire.
«Io non voglio che mi temano. Io voglio essere loro amica.»
E allora si compie un altro prodigio…
“Non voglio che mi temano. Voglio essere loro amica”. È questo il fulcro intorno al quale ruota Bombolla. Le offese fanno male, soprattutto quando prendono di mira il corpo: troppo basso, troppo alto, troppo grasso, brufoloso, naso storto, capelli di stoppa, bocca larga, occhi piccoli… Sono innumerevoli i bersagli della cattiveria e tanto più dolenti quanto meno si accetta la parte del corpo che non piace. Che fare?
È facile rispondere alla cattiveria con altra cattiveria, costruire labirinti di odio, fomentare rabbie e delusioni, molto difficile, invece, creare ponti di parole che aiutino a capirsi, a mettersi l’uno nei panni dell’altro, a creare i presupposti per un confronto che superi rancori e ostilità e permetta di vivere in armonia. Chi può operare il prodigio?
Nel caso di Corolla è la maestra. È lei la fata azzurra che le consegna i tappi speciali per le orecchie capaci di trasformare le offese in parole affettuose, innescando una serie di reazioni che porterà alla comprensione. Così, attraverso il dialogo, il dolore di una persecuzione si cambia in abbraccio che accoglie tutti.