Una storia per parlare di bodyshaming e grassofobia

Scuola

Una storia per parlare di bodyshaming e grassofobia

"Bombolla" di Tea Ranno racconta la storia di una bambina che viene bullizzata per il suo corpo e trova aiuto nella sua maestra.

6 FEBBRAIO 2024

Una storia per parlare di bodyshaming e grassofobia

Le parole prodigiose
di Tea Ranno

Che succede se sei una bambina grassa? Una bambina grassa e infelice? Se il tuo bellissimo nome – Corolla – viene storpiato in Bombolla? Che succede se la tristezza è talmente forte da farti prudere le mani?

I dorsi delle mani, per l’esattezza, e tu gratti, gratti, gratti e il prurito si fa insopportabile e quelle povere manine si riempiono di croste? Che succede se tu, per arginare la tristezza apri il frigo e mangi? E più mangi, più diventi grassa, e più diventi grassa più diventi triste, e più diventi triste più mangi e più ti gratti i dorsi delle mani e…

Succede che una mattina, in classe, mentre sei più triste del solito e ti gratti furiosamente le mani, le croste si aprono e vengono fuori tanti vermetti con le zampe pelose e lunghe chele al posto della bocca: vermi neri neri e arrabbiati arrabbiati che, marciando per l’aria, raggiungono i compagni che ti prendono in giro e, zac zac zac, in un attimo tagliano loro le lingue, che cominciano a ballare sul pavimento.

Dovresti essere contenta, no? E ringraziare la signora trasparente con i capelli azzurri e un anello azzurro al dito che ha operato il prodigio. E invece?

Invece scuoti la testa e: «No» mormori, «no…».

La signora non capisce, dice che finalmente ti temeranno e smetteranno di farti soffrire.

«Io non voglio che mi temano.  Io voglio essere loro amica.»

E allora si compie un altro prodigio…

Non voglio che mi temano. Voglio essere loro amica. È questo il fulcro intorno al quale ruota Bombolla. Le offese fanno male, soprattutto quando prendono di mira il corpo: troppo basso, troppo alto, troppo grasso, brufoloso, naso storto, capelli di stoppa, bocca larga, occhi piccoli… Sono innumerevoli i bersagli della cattiveria e tanto più dolenti quanto meno si accetta la parte del corpo che non piace. Che fare?

È facile rispondere alla cattiveria con altra cattiveria, costruire labirinti di odio, fomentare rabbie e delusioni, molto difficile, invece, creare ponti di parole che aiutino a capirsi, a mettersi l’uno nei panni dell’altro, a creare i presupposti per un confronto che superi rancori e ostilità e permetta di vivere in armonia. Chi può operare il prodigio?

Nel caso di Corolla è la maestra. È lei la fata azzurra che le consegna i tappi speciali per le orecchie capaci di trasformare le offese in parole affettuose, innescando una serie di reazioni che porterà alla comprensione. Così, attraverso il dialogo, il dolore di una persecuzione si cambia in abbraccio che accoglie tutti.

Tea Ranno 7 anni

Bombolla

COROLLA ha sei anni ed è grassa, così grassa che i suoi compagni la prendono in giro e la chiamano BOMBOLLA. Un giorno, però, le appare una signora trasparente con occhi azzurri, un vestito azzurro e un anello azzurro al dito. La FATA le accarezza le manine e le fa un dono speciale, che aiuterà Corolla a capire quanto è bella e a ritrovare un DOLCE SORRISO.

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