Lo stress è il nostro pane quotidiano. Non c'è una sola attività in cui non si manifesti, e non c'è un solo settore della vita in cui le nostre azioni non siano accompagnate da dosi abbondanti di fretta, stanchezza e tensione sfibranti. Lo stress non si può eliminare. È più efficace cercare di aggirarlo o, meglio, di usarlo a nostro vantaggio per non restarne schiacciati.
Lo Zen non è un farmaco, non è un percorso terapeutico, non è uno stile di vita, non è una terapia psicanalitica, non è neppure una medicina preventiva, un approccio dietetico, una pratica di purificazione o un potente antidolorifico. Potete decidere che lo Zen debba essere per voi una sola di queste cose ma, in questo modo, non arriverete mai a comprenderne l'essenza, rincorrendo illusioni New Age o auto-ingannandovi con trappole dialettiche.
La sostanza dello Zen resta tutta nel carattere severo della pratica, seppure alleggerito dall'uso costante di paradossi, di provocazioni in forma di indovinello, che però non lasciano scampo. L'arte della manutenzione Zen è abbastanza destabilizzante da far preferire forme più "comode" di buddhismo che gratificano l'Ego anziché cominciare a demolirlo mettendolo in difficoltà. Ma voi, se volete guarire, non fate come fanno i bambini. Provate per una volta la medicina amara. Potreste scoprire che non solo fa bene, ma in realtà è anche buonissima.

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